mercoledì 26 dicembre 2007

Sheraton Diana Majestic

Sin da bambina, il palazzo dello Sheraton Diana Majestic ha esercitato su di me un forte fascino. Ogni volta che percorrevo Viale Piave non potevo fare a meno di soffermarmi sulle eleganti decorazioni in stile liberty della facciata. Tuttavia, col passare del tempo, mi è venuta voglia di osservarlo da un punto di vista diverso, insolito, dalla stessa posizione da cui potevano ammirarlo solo pochi privilegiati: e cioè, dall'interno.















C'era con me la mia compagna Chiara. Una volta giunte all'entrata dell'hotel, la prima cosa che ci ha impressionato è stata la maestosità dell'ingresso e l'atmosfera esclusiva che aleggiava intorno ad esso. Siamo entrate, vincendo l'imbarazzo, decise a raccogliere materiale interessante per il nostro progetto.






























All'interno, la hall dell'albergo era immensa. Strutture architettoniche tradizionali si fondevano con elementi di design d'avanguardia. Abbiamo chiesto alla reception se fosse stato possibile visitare l'interno dell'hotel e scattare qualche foto per un progetto universitario su Milano. Gli addetti alla reception, tutti rigrosamente in divisa, non solo ci hanno dato il permesso di visitare le stanze più belle dell'hotel -lo straordinario foyer del bar affacciato sul giardino con ampie vetrate semicircolari, il bar "Diana Garden" e la sala ristorante- ma ci hanno aperto l'accesso al cortile, all'interno del quale, in un gazebo, stavano allestendo un banchetto (probabilmente il rinfresco per un matrimonio) e c'era un gran via vai di personale. Un brulichio incessante di persone che è durato per tutto il tempo della nostra visita.

Accanto alla hall, un angolo discreto e riservato per leggere le ultime notizie sul giornale o per chiacchierare in tranquillità. Sopra lo specchio, tre orologi indicano l'ora di tre diverse località: New York, Roma, Tokyo. Forse perchè, in una città frenetica come Milano, tenere costantemente sotto controllo il tempo è indispensabile...




















Il salone con vista sul giardino: la prima cosa che salta all'occhio entrando è l'arredamento raffinatissimo. Poltrone e divanetti in pelle nera fanno risaltare il pavimento in parquet intagliato e contrastano bene con sedie e pouf dai toni chiari. Una luce soffusa entra dalle vetrate scaldando l'ambiente.


































Particolare di una lampada all'interno della sala. Sembra una cascata di ghiaccio scintillante. Ai lati di essa, due colonne con capitello ionico rievocano lo splendore dell'antica Grecia e conferiscono all'ambiente fascino e opulenza...




















Nella foto in basso, il bar dell'hotel. Lo sfavillio di luci è dato dalla superficie lucidissima del bancone, dalle due lampade laterali e dagli specchi che riflettono i raggi solari provenienti dalle finestre di fronte.















La sala da pranzo è luminosa e accogliente... e chissà quali prelibatezze potranno gustare i privilegiati clienti dello Sheraton..















Ma ecco la parte più interessante ed "esclusiva" dell'hotel: il cortile. Piante esotiche e alberi ad alto fusto si intrecciano per dar vita a uno scenario davvero unico. In mezzo al verde, protetta dalla rigogliosa vegetazione, si erge una statua, forse una ninfa o una delle nereidi che custodisce la grande vasca con fontana zampillante.





















Quest'acqua limpida mi ricorda la collezione primavera estate 2008 di Antonio Marras a cui ho potuto assistere qui a Milano durante la settimana della moda di settembre. La passerella su cui sfilavano le modelle era bianca ed emetteva bagliori simili al sole riflesso su una superficie d'acqua. La scenografia sullo sfondo era costituita da una vera e propria cascata di acqua scrosciante, da cui apparivano, come delle ninfe, le indossatrici.

Lo stilista per la sua collezione ha scelto tutta la gamma dei grigi e i colori polverosi del giallo e del verde. La donna che Marras ha voluto presentare è una donna romantica e femminile ma soprattutto sensuale. Proprio come Ofelia, la donna che impazzisce d'amore per Amleto e decide di morire, annegandosi. E' all'eroina di Shakespeare che Marras ha dedicato la sfilata. Lo stilista si è ispirato a una donna che veste come una dea, con abitini in tulle svolazzanti, corti o che sfiorano appena il ginocchio; con pantaloni da cavallerizza accompagnati da romantiche bluse o casacche sottili; con le tute di seta morbida che sfiorano il corpo. Una collezione magica, incantata.


































































































Sotto: Sir John Everett Millais, 'Ofelia'















Nei pressi della vasca, vi è un gazebo completamente rivestito di vetro che offre una panoramica a 360° del cortile, garantendo allo stesso tempo il massimo del comfort anche nei mesi più freddi.















Tutto intorno, tavoli e comodi sedili offrono agli ospiti che desiderino stare all'aperto un piacevole punto di ritrovo.

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